Spesso Assagioli faceva delle affermazioni molto semplici – e tipiche sue – sull’umanità, sulla vita e sull’evoluzione, di una profondità e una potenza tali che a volte ci sfuggivano.
Se ora guardiamo più da vicino a queste affermazioni stile Zen, scopriamo quanto siano profonde, utili e rivelatorie.
Quello che una persona saggia dice e continua a ripetere, non è certo per caso – anche se assomiglia un po’ alle frasi del Reader’s Digest. Quelle frasi, per Assagioli, rappresentavano un punto d’arrivo: il distillato di una vita di lavoro.
Adesso le riprenderemo in esame e le faremo rivivere nuovamente.
Questo non per celebrare Assagioli: quando mi formavo con lui, mi diceva molto chiaramente:
“Nel tuo entusiasmo, non mettermi su un piedistallo. Per favore cerca di non darmi troppa importanza.”
Poi continuava:
“Guarda che tu sai già tutto. Quello che ho da dire alla gente non è niente di particolarmente saggio. Sono cose che si sanno già, e l’unica cosa che faccio è forse di farle un po’ maturare… dando un’altra martellata al chiodo: ricordando alle persone ciò che hanno dimenticato.”
Assagioli ha creato la Psicosintesi per servire l’umanità, e l’ha dedicata al sollievo della sofferenza e all’evocazione delle potenzialità. Certe volte dimentichiamo che il nostro scopo è proprio quello: servire l’umanità. E lui credeva che la psicologia transpersonale fosse veramente la psicologia del futuro.
La vita è magica
Un’altra espressione tipica di Assagioli è: “La vita è magica”.
In italiano, forse per la sua musicalità, suona come un verso poetico.
Questa frase richiama la dimensione insondabile della vita, il qui e ora: qualsiasi cosa stia accadendo, il Sé è lì, lo Spirito è presente, ma noi possiamo facilmente mancarlo.
“La vita è magica” mi fu di grande aiuto anche in situazioni difficili, come durante il servizio militare. Mi ricordava che non c’è solo da imparare (come nella frase La vita è una scuola), ma anche da gioire: c’è stupore, meraviglia, ammirazione e apertura.
“La vita è magica” è un passo più avanti
I problemi non si risolvono, si dimenticano
Questa frase, all’inizio, mi lasciò sconcertata.
Molti si chiedono: “Allora perché fare terapia se i problemi non si possono risolvere?”.
Il punto è che, se ci concentriamo solo sul “risolvere” un problema, partiamo dall’idea che esista uno stato ideale da raggiungere: salute perfetta, integrazione totale, felicità costante.
Ma è il nostro ego a voler risolvere il problema: per il Sé, il problema non esiste.
La Psicosintesi non stabilisce un modello rigido di “persona sana”: ti offre la libertà di scegliere come essere e come agire.
La frase di Assagioli: “I problemi non si risolvono ma si dimenticano” si riferisce ad uno stato di coscienza unitivo. Sta parlando di quella giustezza di fondo dell’Universo di cui hanno parlato i mistici e i santi di tutte le epoche, sta parlando di una condizione che è al di là della dualità, laddove il sublime è immanente ed è parte di tutto ciò che esiste.
Non so come sia per voi, ma io sono stata in terapia per circa 27 anni e posso dirvi con la massima sincerità che molti dei problemi di fondo che avevo quando l’ho iniziata, li ho ancora adesso. Non ho “risolto i problemi”, ma mi ci rapporto in modo molto più leggero.
Non ne sono più controllata, e posso andare avanti nella mia vita. Adesso posso fare quello che voglio, nonostante quei problemi.
Quindi per me “I problemi non si risolvono ma si dimenticano” significa tirarmi giù dal letto e mettermi a camminare.
Un’esperienza personale con Assagioli
Assagioli con me fece esattamente questo quando lavorò su di me, perché in quei 27 anni avevo principalmente lavorato sul rapporto con mia madre.
Diedi ad Assagioli la mia anamnesi, da cui risultava che avevo lavorato sul problema di mia madre per anni, anni e anni. Si limitò a prendere in mano quello scritto in cui avevo riversato la storia della mia vita, poi lo posò e disse:
“Sei proprio fortunata! Tua madre ti ha fornito della miglior preparazione che potessi mai avere per il lavoro che fai oggi.”
In quell’istante, il problema si dissolse. Non che fosse “risolto”, ma perse il suo potere su di me
Molte terapie diventano interminabili perché restiamo identificati con la parte “ferita” o con chi “cura le ferite”, usando il dolore come identità o come forma di controllo sul presente.
Assagioli ci invitava con semplicità a:
“Dimenticatevi dei vostri problemi. Rendetevi conto che nei vostri problemi c’è anche il vostro Sé”.
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Estratto da: Atti del Congresso Internazionale di Psicosintesi tenutosi a San Diego – California – nel 1996 – Scritto da Piero Ferrucci e Diana Withmore
CENTRI DI PSICOSINTESI IN ITALIA
SVILUPPO SPIRITUALE E DISTURBI NEUROPSICHICI – PROF.ROBERTO ASSAGIOLI