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Il presunto collegamento tra eclissi e terremoti.

Le eclissi si ripropongono sistematicamente, seguendo quelli che vengono definiti “cicli di Saros”, che contano un periodo di circa 19 anni nel ripetersi del fenomeno; lo stesso, tuttavia, non avviene mai allo stesso modo né sulle stesse zone. La periodicità è in virtù del fatto che Terra, Sole e Luna tornino ad occupare le medesime posizioni durante le eclissi, in ciascun nuovo ciclo di Saros.

La localizzazione geografica dell’evento, degna di nota dal punto di vista astronomico, avanza pretese di collegamento sia a fenomeni fisici sia ad eventi storici ed esoterici. Gli astrologi sostengono invece che gli effetti fisiologici di una eclissi di Sole sul corpo umano siano molto lunghi, anche fino a un anno, con picchi nei giorni precedenti all’eclissi, il massimo il giorno stesso del fenomeno, per poi andare lentamente a scomparire.

Tanto la letteratura popolare quanto quella tecnica contengono molti riferimenti alle eclissi solari di oggi come a quelle di secoli fa; alcuni tratti da testi antichissimi, altri da considerazioni che ambiscono a collegare l’evento a fatti contestuali accaduti nel passato. Da migliaia di anni l’uomo guarda all’eclissi come ad un fenomeno astrale e geometrico di indubbia bellezza, poiché rappresenta un particolare allineamento tra Terra, Luna e Sole. La sensazione inquietante che emergeva nei secoli passati era però sempre connessa ad un cattivo presagio.

Oggi, senza alcun riscontro scientificamente valido, si tende a mettere in relazione il fenomeno, soprattutto l’eclissi totale di Sole, con eventi geologici come forti terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Altri collegamenti riscontrabili con le credenze antiche sono invece legati al calendario Maya, che descrive con precisione la prossima eclissi; alle quartine di Nostradamus, che sembra prevedere un forte terremoto proprio in quella data; ai crop circles, i particolari i cerchi nel grano che a partire dal 2010 si fanno portatori di immagini simboliche strettamente legate alla data 20 maggio 2012.

Valutiamo dapprima il presunto collegamento tra eclissi e terremoti.

L’osservazione incrociata tra eclissi solari totali e fenomeni sismici più o meno contestuali verificatisi in passato ha mostrato una relazione nel cono d’ombra delle regioni colpite e di quelle immediatamente adiacenti, rispetto alle zone vicine ma del tutto estranee all’evento. La dinamica è stata spiegata ipotizzando una variazione della gravità esercitata sulla Terra nelle zone in cui la presenza del cono d’ombra gettato dalla Luna ha impedito che il Sole esercitasse la consueta attrazione gravitazionale sul pianeta. Il percorso in ombra, dunque, avrebbe indotto le regioni interessate ad una forza gravitazionale inferiore rispetto ad altre parti della Terra. La discrepanza gravitazionale tra le zone interessate dall’eclisse e quelle nelle immediate vicinanze, supportata da una certa differenza termica, avrebbe determinato il sisma nelle regioni adombrate o in quelle adiacenti.

Intensificarsi dei terremoti oltre 5.0 dal 1977 – Shay Addams


Negli ultimi anni è stato notato come forti terremoti si verificassero proprio nelle zone interessate, in prevalenza dove il cono d’ombra della Luna era prominente o l’eclissi di Sole era totale. In realtà il sisma non sempre è stato contestuale all’eclissi, verificandosi spesso a distanza di qualche giorno, prima o dopo il fenomeno; forti eventi sismici sono stati registrati anche a notevoli distanze, ma sempre nello stesso periodo. La coincidenza dei sismi in un breve lasso di tempo rispetto all’eclissi ha suscitato l’ipotesi che una qualche connessione tra i due fenomeni dovesse pur esistere.

Retrocedendo, a partire dall’ultima eclissi di Sole totale, le date alle quali è possibile associare eventuali riscontri sismici sono:

Intervistato da Channel News Asia nell’aprile del 2009, in occasione dell’imminente eclissi solare del successivo 22 luglio, il professor Kerry Sieh del Singapore’s Earth Observatory sosteneva che “Negli ultimi 110 anni o giù di lì, ci sono stati circa 85 terremoti molto grandi e solo due di questi si sono verificati lo stesso giorno di un’eclissi. E anche in quel caso si trattava di un’eclissi parziale, non di eclissi totale. Si sono inoltre verificati in un luogo diverso rispetto a quello interessato dall’eclissi”.

Il dr. James Forster, della NASA, intervistato nella medesima occasione, concordava che “Terremoti ed eruzioni vulcaniche effettivamente si verificano nei momenti di eclissi. Ma le registrazioni mostrano che si verificano con frequenza maggiore o senza energia rispetto ai giorni di lune piene o noviluni – senza eclissi – oppure quando tutti i pianeti si allineano sullo stesso lato del Sole o nei giorni in cui la Luna è in fase gibbosa o a mezzaluna”.

Stranamente, però, oltre ai molti siti che all’epoca diffusero nel web l’allerta per l’eclissi in questione, la NASA fu uno dei principali ad invitare le popolazioni interessate dal fenomeno a stare lontano dal mare.

Nonostante alcune – evidenti – coincidenze tra l’evento astrale e quello geologico in riferimento alle date riportate, al momento non esiste alcuna prova scientifica che ponga in relazione gli eventi. Probabilmente, continuando a cercare nel passato, si riscontrerebbero altre “casualità” di questo tipo, di fatto confutabili con la teoria della Tettonica a Placche che appare essere ancora universalmente adottata, senza avanzare alcun minimo dubbio sul fatto che la crosta terrestre sia soggetta “anche” ad influenze planetarie.
Solo ipotesi, dunque, alla ricerca di un possibile nesso di causalità tra l’eclissi ed uno o più terremoti.

Di fatto, anche l’abbassarsi della temperatura in quei pochi minuti sembra essere molto relativo. Nel cono d’ombra si ha una riduzione inferiore a dieci gradi centigradi, e l’unica conseguenza diretta è il movimento delle masse d’aria che genera il tipico vento delle eclissi. Oltre a un calo termico, si registra infatti una variazione della pressione. L’aria, raffreddatasi in maniera repentina e divenuta più pesante, tende a scendere verso il basso, determinando un aumento della pressione rispetto alle zone circostanti. È la discrepanza pressoria a causare l’alzarsi del vento, che spira dalla zona buia verso quella illuminata. Il rientro della pressione verso l’equilibrio precedente avviene con un certo ritardo rispetto alla modifica iniziale, generalmente nel giro di mezz’ora. Sembra inoltre che alcuni ricercatori abbiano riscontrato variazioni di umidità relativa, con le dovute differenze in relazione all’altitudine del luogo interessato dall’eclisse. Nel giro di qualche minuto la variazione si arresta, e l’umidità rientra grazie al riscaldamento dei raggi solari quando il fenomeno è svanito.

È noto come il particolare e periodico allineamento galattico influisca decisamente sulle maree, causate dalla forza gravitazionale che la Luna, coadiuvata da quella pur inferiore del Sole, esercitano sulle imponenti masse d’acqua. L’evento si può però rapportare alla situazione del novilunio, in cui le forze gravitazionali del satellite e della stella vanno inevitabilmente a sommarsi poiché i due corpi celesti viaggiano più o meno nella stessa direzione.

Eppure, il dubbio rimane. Soprattutto se teniamo conto di segnali che ci vengono da epoche lontane, come il calendario Maya, di 18 mila anni fa, o da fonti sconosciute, come i cerchi nel grano.
L’antico popolo mesoamericano ebbe la capacità di tracciare il cielo stellato dei nostri tempi, individuando tanto i cicli di Venere quanto le eclissi senza sbagliare i calcoli a distanza di secoli. L’eclissi di Sole dell’11 agosto 1999 fu prevista con – addirittura! – 33 secondi di ritardo. Prima ancora, nel codice di Dresda, l’eclissi totale dell’11 luglio 1991 è citata come “il primo incontro terreno con i Signori delle stelle”. L’avvenimento, perfettamente visibile dal Messico, fu ripreso da centinaia di telecamere che inquadrarono anche una sorta di astronave nel cielo. Da quel momento, sempre più frequenti, a Città del Messico, le sfere di luce che, singole o in flottillas, volteggiano in formazioni misteriose o in Ebani.

Le stesse vengono messe in rapporto con i pittogrammi delle coltivazioni cerealicole che, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno mostrato un legame simbolico con la data della prossima eclisse.
Il 9 agosto 2005, lo spettacolare glifo comparso ad Oxfordshire mostra visibilmente il nostro cielo del 20 maggio 2012.

Un’eclissi anulare di Sole e l’allineamento celeste.
Che ci si voglia credere o no, anche ad un occhio superficiale non può sfuggire la correlazione geometrica tra la figura disegnata nel campo e quella raffigurata nel cielo.
“Come in alto, così in basso” era il motto di antichi popoli che possedevano conoscenza e saggezza. Conoscenza nel capire i segnali, saggezza nel rispettarli.
A noi, a questo punto, invece, non resta che aspettare.

(Fonte:puntozero.com)

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