Il mistero del cosmo e una scoperta dimenticata

Si parla tanto del cosmo e delle comete in questo periodo…
ma sapete chi scoprì davvero di cosa è fatto l’universo?

Non un uomo, come siamo abituati a leggere nei libri di scuola, ma una donna: Cecilia Payne, nata in Inghilterra nel 1900.
Sin da bambina guardava il cielo con occhi pieni di meraviglia e di domande. La madre non approvava la sua scelta di studiare scienze — per le donne, diceva, non era necessario — ma Cecilia non si lasciò fermare.


Da Cambridge ad Harvard: il coraggio di seguire la propria stella

Vinse una borsa di studio per Cambridge, dove completò con risultati eccellenti gli esami di fisica e astronomia. Tuttavia, a Cambridge le donne non potevano ancora ricevere titoli accademici, e il suo successo rimase ufficialmente “non registrato”.

Decisa a proseguire, attraversò l’oceano e approdò ad Harvard, grazie a una borsa per il Radcliffe College, l’unica via aperta allora alle ricercatrici.
Nel 1925 ottenne il primo dottorato in astronomia mai conferito da Radcliffe, sotto la guida di Harlow Shapley.
La sua tesi, Stellar Atmospheres, fu così innovativa che lo stesso Otto Struve la definì:

“La più brillante tesi di dottorato mai scritta in astronomia.”


Una rivelazione che cambiò l’astrofisica

Cecilia scoprì che il Sole e le stelle sono composti quasi interamente di idrogeno ed elio, ribaltando l’idea — radicata da secoli — che la materia celeste fosse simile a quella terrestre.
Un risultato rivoluzionario, destinato a cambiare per sempre la nostra visione dell’universo.

Henry Norris Russell, eminente astronomo dell’epoca, la invitò però alla prudenza: il mondo scientifico non era pronto ad accettare un simile stravolgimento.
Cecilia aggiunse allora una nota di cautela alla sua tesi, pur consapevole della solidità del suo lavoro.
Anni dopo, lo stesso Russell pubblicò risultati analoghi — e solo allora la comunità accademica li riconobbe.
In seguito, egli stesso ammise che Cecilia aveva avuto ragione per prima.


La prima donna professore ad Harvard

Nonostante tutto, Payne non si fermò. Continuò a insegnare e a formare nuove generazioni di astronomi e astronome.
Nel 1956 fu la prima donna a ottenere una cattedra ad Harvard e in seguito divenne direttrice del Dipartimento di Astronomia.

Oggi la sua scoperta è riconosciuta come una delle più importanti dell’astrofisica moderna.
La Royal Astronomical Society le ha dedicato la Cecilia Payne-Gaposchkin Medal and Prize, in onore del suo contributo e della sua forza pionieristica.


La luce che nasce oltre i limiti

Scoprì la sostanza delle stelle — ma anche qualcosa di più grande:
che la luce più pura nasce sempre da chi osa guardare oltre i limiti del proprio tempo.

Patrizia Pezzarossa
Condivisibile con il link o citando la fonte, grazie.

NUMEROLOGIA DEL NUOVO MILLENNIO

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