Accorgersi: prendere coscienza di una presenza o realtà non immediata, per un avvertimento proveniente dall’interno o dall’esterno o anche per caso.
Accorgersi può essere doloroso e spaventoso quindi meglio ignorare: non vedere e non ascoltare, spesso trovando motivazioni o lamentandosi di ciò che ci accade, portando l’attenzione altrove o a qualcun altro.
Ma la nostra Anima è ben informata e sa. Giocare a nascondino con se stessi non può durare a lungo senza che questa scelta porti a profonde disarmonie a livello psicofisico.
Permettersi di perdere questa partita a nascondino e quindi “scoprirci da soli”, può diventare l’Esperienza trasformativa per eccellenza.
Accorgersi implica prendere coscienza di una NOSTRA modalità di comportamento che spesso porta a conseguenze che non ci piacciono.
- Accorgersi che un sintomo fisico compare spesso, per non dire sempre , in un determinato contesto emozionale (prima, durante o dopo).
- Accorgersi che ciclicamente entro in re-azione con quelle persone che manifestano determinate caratteristiche.
- Accorgersi che nel rapporto con gli altri agisco allo stesso modo (competizione, giudizio, sospetto, controllo…) ripetendo così schemi che portano agli stessi risultati.
- Accorgersi che qualsiasi esperienza è una possibilità di crescita e ciò che mi sta accadendo porta con sé un messaggio: niente è a caso e solo io posso comprenderne il significato. Gli altri possono accompagnarmi nel vederne alcuni aspetti, solo io conosco la mia storia.
- Accorgersi che una frase o un atteggiamento creano tutta una serie di conseguenze in me come nell’altro, talvolta imprevedibili e non sono risolvibili con la solita frase “scusa , non me ne sono accorta”.
- Accorgersi che nella storie che mi sono creata e raccontata, interpreto uno di questi tre ruoli: Vittima, Aggressore e Salvatore alternandoli a seconda del mio bisogno.
Non Accorgersi è il miglior modo per Nascondersi, in attesa che, prima o poi, qualcun ALTRO pronunci ad alta voce “tana libera tutti”.
A questo proposito mi viene in mente una famosa vignetta , che non ha certo bisogno di spiegazioni.
Simpatica , vero??
Non accorgendomi non posso riuscire a trovare la via da percorrere, poiché non mi rendo conto di chi sono, chi voglio essere e come un cane che si morde la coda non so da dove iniziare, cosa, come fare per trasformare e “correggere” (accorgersi : lat. volg. *adcorr(i)gĕre, der. di corrigĕre ‘correggere’).
Così mentre osservo il mondo dal mio nascondiglio apparentemente confortevole , la vita scorre. Mi rassicura scoprire che altri come me siano rintanati e mi capita di osservare con incredulità chi invece si avvicina passo dopo passo alla tana per ‘liberarsi’ : “Ah che pazzi loro, ma dove pensano di poter arrivare?” e mentre pronuncio queste parole NON MI ACCORGO che io sono sempre nel mio angolo, nascosto e immobile. Non mi accorgo che tutto intorno a me scorre inesorabilmente.
Accorgersi è quindi una componente essenziale del processo evolutivo: solo praticando l’arte di accorgersi puoi riconoscere il cambiamento e scegliere se e come proseguire , passo dopo passo.
Al contrario, quando non mi accorgo non vedo i passi in avanti che faccio e mi sembra che tutto rimanga identico: “non è cambiato niente” oppure “intorno a me tutto è rimasto uguale”.
Non riesco quindi ad assaporare ciò che sto attraversando, quello che ho trasformato e ciò che sto cambiando: non apprezzo il nuovo che sto creando.
Quando non mi permetto di riconoscere quello che sto creando è come se non facessi un bel niente!
Ma cosa accade invece quando mi accorgo:
- di un’abitudine modificata o di una nuova gestualità?
- di una re-azione trasformata in semplice azione o anche non-azione?
- di un evento senza caricarlo di pregiudizio o aspettative?
- di come quell’esperienza, seppur in qualche modo negativa, sia stata essenziale per comprendere me stessa e in caso, anche le altre persone coinvolte?
- della “leggerezza” e dello spazio dentro me stesso?
- dell’affetto e delle attenzioni che ci manifestano gli altri, secondo la loro modalità?
Accade come per magia che tutto cambia , tutto acquista una luce diversa.
Prova a ripetere a voce alta queste affermazione e ascolta cosa emerge. Ti suggerisco di praticare SET (Tecniche Energetiche Semplici ) picchiettandoti sui punti mentre le pronunci.
- “Io mi accorgo delle mie emozioni”
- “Io mi accorgo dei miei comportamenti”
- “Io mi accorgo delle mie reazioni”
- “Io mi accorgo anche delle emozioni degli altri”
- “Io mi accorgo anche dei comportamenti degli altri”
- “Io mi accorgo anche delle reazioni degli altri”
- “Io mio accorgo di tutto ciò che si crea e si manifesta” .
- “… e se ho ancora difficoltà ad accorgermi, mi apro alla possibilità di farlo”
Uno strumento di auto-valutazione.
Se conosci le tecniche energetiche (TE) o hai già fatto una sessione di EFT, avrai notato che viene posta la seguente domanda: “ Da 0 a 10 quanto …. “. Si tratta della scala SUDS – Subjective Units of Distress Scale (unità di disagio soggettiva) e viene comunemente utilizzata per la stima dei livelli di ansia, stress (ecc).
Alla persona viene richiesto di graduare la propria paura o stress in maniera immediata, dove 0 corrisponde a nessun disagio e 10 invece corrisponde ad un disagio estremo.
Questa domanda è certamente utile all’operatore seduto accanto a te – anche se, essendo egli in uno stato di ascolto e osservazione accogliente, vede chiaramente come stai manifestando il disagio – ma questo valore apparentemente numerico, è prezioso anche per te! Hai infatti la possibilità di ACCORGERTI del livello di stress o disturbo in quel preciso istante, riconoscerne le trasformazioni durante la sessione ed anche successivamente.
Questo aspetto di “auto-valutazione” , che è parte dell’Accorgersi, appartiene ai numerosi benefici offerti dalle tecniche energetiche. Uno strumento che se applicato alla realtà quotidiana può diventare di grande aiuto: prova a dare un valore alle tue emozioni durante la giornata, osserva l’intensità e se in qualche modo sono connesse a qualcosa in particolare, evento o pensiero.
Imparando a considerare i nuovi elementi della realtà che scorgiamo, possiamo correggere la nostra precedente posizione e intenzione, adattandola al nuovo e proseguire con maggiore consapevolezza nel nostro cammino , apportando sempre maggiore Presenza.
Tornando all’esempio del gioco a nascondino, probabilmente accadrà che le prime volte verremo scoperti prima di raggiungere la tana per liberarci, ma avremo imparato come fare …. ACCORGENDOCI che l’esperienza del viaggio è preziosa quanto raggiungere la meta.
SGSA
Laura Bersellini
Fonte: http://harmonia11.blogspot.it/2018/03/accorgersi.html
Immagine: Opera di Renè Magritte