Ho rivisto il film “A Beautiful Mind”, la storia del matematico John Forbes Nash, Premio Nobel per l’Economia e successivamente Premio Abel. Un film intenso, che non parla solo di numeri, ma della potenza della mente umana e della capacità di trasmutare i propri limiti.

Nash soffriva di schizofrenia paranoide, e nel film vediamo come le allucinazioni lo accompagnino per gran parte della vita. Le cure farmacologiche gli offuscavano la mente, togliendogli lucidità. Scelse allora un’altra via: non eliminare le allucinazioni ma imparare a conviverci, con una forza di volontà straordinaria.

C’è un passaggio simbolico: la “bambina immaginaria” che non cresce mai. Fu quella visione a farlo riflettere sul fatto che non era reale. Da lì, scelse di trattare le allucinazioni come problemi matematici: riconoscerle, osservarle, ignorarle. Non furono più catene, ma sfide da superare.

La mia riflessione è che ogni nostra mancanza, malattia o difficoltà può essere trasmutata. Nash è stato l’esempio di un vero alchimista moderno: dalla stessa mente che generava le sue allucinazioni, nacquero anche le intuizioni che gli valsero il Nobel e l’Abel.
La sua ombra e la sua luce provenivano dallo stesso luogo.

Nash era nato il 13 giugno 1928, con una Quintessenza 13/4 – l’Alchimista. Il 13 non mente: è il numero della trasformazione e trasmutazione, del piombo che si fa oro.

Consiglio a tutti di rivedere questo film: non solo come biografia di un genio, ma come insegnamento profondo.
La vera opera alchemica è questa: trasformare le nostre prove interiori in potenziale creativo e forza vitale, facendo della mente la nostra più grande alleata.

Patrizia Pezzarossa
Condivisibile con il link o citando la fonte, grazie.

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