Il Potere del 12: Via Iniziatica, Trasformazione e Coraggio

Abbiamo vissuto anni densi di prove e di grandi flussi di energia provenienti dal Sole e dal cosmo, portatori di evoluzione e consapevolezza.
Il 12 rappresenta la via iniziatica: molti sono stati provati da questo percorso, ma il lavoro interiore compiuto ci conduce oggi al momento della trasformazione.
Ognuno sa quale parte di sé è stata chiamata a cambiare.
Dopo il 12, infatti, arriva il 13, numero dell’Alchimista, simbolo della trasmutazione.

Tutte le prove vissute hanno reso evidente la grande forza interiore che possediamo: una forza che ci rende iniziati più determinati a proseguire il cammino della conoscenza, dell’introspezione e della consapevolezza della realtà che vogliamo creare per il nostro prossimo futuro.


Il 12 come Soglia Iniziatica

Il dodicesimo livello iniziatico è il simbolo della prova fondamentale che permette di passare da un piano ordinario a un piano superiore e sacro.
Ogni numero rimanda a un archetipo, e la sua energia vive nell’inconscio collettivo.

La dodicesima lettera dell’alfabeto ebraico è LAMED, valore numerico 30.
La sua lezione è l’Amore, l’unico stato di coscienza capace di condurci alla comprensione del fondamento della Creazione.

Un amore non emotivo, ma una forza impetuosa, libera e coraggiosa, che si slancia senza chiedere nulla in cambio, nutrendosi della vita stessa.
LAMED si identifica con lo studio delle Leggi dell’Universo, ma per accedervi siamo chiamati prima a comprendere il principio essenziale:
l’Amore come espressione dell’Anima e potere di guarigione.

Il 12 è il punto di partenza dell’Umanità:
il momento in cui l’Unità dell’1 si manifesta nella dualità del 2, dando origine al mondo, alla relazione, alla vita stessa.


La Combinazione Archetipica: 1 e 2

Il 12 è formato da:

  • 1 → il nuovo inizio, la forza del Guerriero

  • 2 → la sensibilità e l’entusiasmo del Fanciullo

Queste energie sono disponibili se creiamo uno spazio di riposo e introspezione, una tappa intermedia dove ritemprarci prima di iniziare un nuovo percorso con nuove opportunità e nuove scelte.


Il Dodici nelle Tradizioni Sacre

«Viene considerato il più sacro tra i numeri, insieme al tre e al sette.
Il dodici è in stretta relazione con il tre, poiché la sua riduzione equivale a questo numero (12 = 1 + 2 = 3)
e poiché è dato dalla moltiplicazione di 3 per 4.
Il Dodici indica la ricomposizione della totalità originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e armonia.
Infatti indica la conclusione di un ciclo compiuto.
È simbolo del bene sopra tutto.
La virtù non è solo pensiero ma anche azione. L’agire senza lucro e senza calcolo.»

Il significato del 12 è vasto e compare in quasi tutte le tradizioni sacre del mondo.


Quando appare il Doppio Dodici: 12.12

Il 12.12 non è un portale come un 11:11 (che ridotto è un 4, il quadrato, quindi porta).
Il 12 è un dodecaedro, un solido sacro.
Due dodecaedri insieme — il 12.12 — possono rappresentare:

  • un tunnel energetico che connette direttamente al Centro Galattico,

  • un flusso continuo di energia di rinnovamento sulla Terra,

  • o un canale per entrare in contatto con il proprio Centro Interiore.

È un numero che invita alla realizzazione, non alla soglia.

Ognuno crei la propria realtà.

 


Il Coraggio del Cuore

“Coraggio, vuol dire fare cose che rivelino (a te innanzitutto) il tuo cuore, cioè la tua autenticità; e scoprire in tal modo quanto è grande quel che in te è autenticamente tuo.
Mentre il contrario del coraggio, la codardia, è l’andare a coda bassa, accodandosi ad altri.”

Bisogna «collocare il cuore al suo posto», dicevano i sacerdoti egizi;
e saper dire «sì» quando per te è sì, e «no» quando per te è no», diceva Gesù nei Vangeli (Matteo 5,37).

È una perfetta definizione della salute psichica, dell’armonia interiore.
E un nuovo modo di agire ne è sempre la manifestazione: è infatti impossibile accorgersi del proprio cuore e lasciare tutto così com’è; caratteristica fondamentale del coraggio è il far nascere e il realizzare desideri

— Igor Sibaldi

I sacerdoti egizi dicevano:
«Collocare il cuore al suo posto.»

E Gesù nel Vangelo:
«Il tuo sì, sia sì, il tuo, no sia no.» (Matteo 5,37)

Una perfetta definizione di salute psichica e armonia interiore.

Riconoscersi.
Scegliere.
Agire.

Patrizia Pezzarossa

Testi di Visione Alchemica
®Riproduzione consentita con citazione della fonte.

 

Notizie in più dal Web

Questo numero 12 ha senza dubbio una grande importanza nei testi delle Sacre Scritture e anche per Israele. Il dodici contiene un grande valore simbolico, non solo perché sottende una sua origine spazio-temporale, probabilmente derivata da altre culture come quella babilonese (in cui, per esempio, il numero rappresentava l’universo nella sua complessità interna: il duodenario che caratterizza l’anno, e lo zodiaco; il dodici indica la pienezza dell’anno, composto di dodici mesi), ma anche e soprattutto perché rappresenta il numero dell’elezione, quello del popolo di Dio.

I dodici figli d’Israele-Giacobbe sono gli antenati eponimi delle dodici tribù d’Israele (Gen 35,23s.; si veda anche la benedizione di Giacobbe al capitolo 49 del libro della Genesi): Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar, Zabulon, Giuseppe, Beniamino, Dan, Nèftali, Gad e Aser (cfr. anche Nm 26-5-51). Inoltre, nel libro dei Numeri (7,10s.), si legge che furono presentate le offerte per la dedicazione all’altare, a partire dal giorno in cui esso fu unto (cioè consacrato): ogni giorno che seguì, fino al dodicesimo, fu presentata un’offerta da parte di un rappresentante di ciascuna delle tribù d’Israele.

Nel primo libro delle Cronache (24,7-19) vengono presentate le classi sacerdotali, dove si elencano 24 sacerdoti che devono prestare il loro servizio. Tale numero che si spiega in riferimento a un calendario di tipo lunare, poi non sarà lo stesso in altre epoche. In effetti, i multipli del dodici non avranno grande rilevanza come invece nel Nuovo Testamento. Piuttosto rivestirà maggiore attenzione il numero sette (la settimana) con i suoi multipli.

Il dodici, e non i suoi multipli, rimane fondamentale anche in senso escatologico: in modo prospettico, Ezechiele immagina nella nuova Gerusalemme una grande cinta muraria con dodici porte (Ez 48,31-35), lo stesso numero quindi delle tribù d’Israele, adesso disperse a causa dell’esilio e della distruzione del tempio per mano dei babilonesi. Ogni porta avrà infatti il nome di ognuna delle tribù d’Israele.

Non è un caso che Ezechiele dica che la città di Gerusalemme così come l’ha vista in una visione, sarà dunque destinata a tutte le tribù disperse, si chiamerà “Là è il Signore”, cioè, è là, all’interno di quelle mura e attraverso quelle dodici porte, che i figli d’Israele dovranno riunirsi. Proprio perché il numero dodici è quello dell’elezione d’Israele, che appunto si compone di dodici tribù, le prime comunità cristiane hanno preso lo stesso numero per indicare l’elezione degli apostoli da parte di Gesù, e i suoi multipli per mostrarne la sua dinamicità in rapporto all’umanità intera. Si tratta di una sorta di «moltiplicazione» dell’elezione mediante Gesù.
Giovanni Ibba, docente di Ebraico.

Fonti:
http://www.novena.it/il_teologo_risponde/teologo_risponde_103.htm
http://www.mitiemisteri.it/esoterismo/numeri/dodici.html

NUMEROLOGIA DEL NUOVO MILLENNIO

Loading...